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Guterres cerca aiuto

13 Set , 2021

Guterres cerca aiuto

E iniziato gia’ oggi il difficile e imprevedibile dialogo tra i 193 paesi membri dell’Onu e il nuovo governo provvisorio dell’Afganistan. L’occasione e’ stata la conferenza che il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha convocato a Ginevra proprio il giorno prima dell’apertura della Assemblea Generale al Palazzo di Vetro. Il suo scopo e’ stato di organizzare una raccolta di fondi per assicurare agli afgani i servizi umanitari di cui hanno drammaticamente bisogno. ”Abbiamo bisogno che la comunita’ internazionale sia unita nel suo appoggio alla popolazione afgana”, ha spiegato Guterres in un twitter.

Rassicurato anche dalla sua recente rielezione per un nuovo mandato che comincera’ a gennaio del 2022, il segretario generale si e’ mosso fino ad ora nei confronti della crisi con un equilibrio e un’energia che tutti gli hanno riconosciuto.

”So che ci sono nei confronti dell’Afganistan delle politiche diverse”, ha ammesso parlando con i giornalisti,” ma io ho insistito perche’ credo che ci sia un cosa su cui tutti concordiamo, e cioe’ vogliamo che gli afgani vivano in pace, con un governo inclusivo. E tutti chiediamo che non diventi un centro di terrorismo e che ci sia rispetto per i diritti umani”.

Proprio per trasmettere questo messaggio, Guterres ha mandato nei giorni scorsi a Kabul il sottosegretario generale per gli affari umanitari Martin Griffiths, il diplomatico inglese che e’ diventato uno dei suoi piu’ fidati collaboratori per le missioni piu’ delicate. ”L’ho mandato per impegnare i Talebani, perche’ crediamo che il dialogo sia essenziale anche per loro e che il suo fallimento non sia nell’interesse di nessuno”, ha spiegato.

Di fatto, malgrado l’impegno di Guterres, la posizione che l’Emirato Islamico dell’Afganistan avra’ nelle prossime settimane all’interno del Palazzo di Vetro resta ancora all’insegna della confusione. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, per esempio, ha fatto capire con chiarezza che gli Stati Uniti sono pronti a dare un consistente contributo umanitario, ma soltanto a certe condizioni, mentre la Cina e la Russia, insieme ad alcuni altri paesi, sono parsi piu’ disponibili ad allargare i cordoni della borsa. E per un riconoscimento formale dell’Emirato ci sara’ ancora molto da aspettare. ”C’e’ una distinzione cruciale tra l’impegno per il dialogo e trattare i Talebani come trattiamo gran parte degli altri paesi” , ha dichiarato Blinken.

Prevista inizialmente per l’11 di settembre la cerimonia ufficiale di insediamento del nuovo governo provvisorio, per di piu’, e’ stata rinviata inaspettatamente, probabilmente per non farla coincidere con le celebrazioni per l’anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle. E parte dei paesi che erano stati invitati ,la Russia, la Cina, il Qatar, la Turchia, il Pakistan e l’Iran tra gli altri, avevano gia’ annunciato che non avrebbero partecipato.

A rendere il panorama ancor piu’ confuso, poi, ci sono i dettagli burocratici. Chi siedera’ nei posti riservati all’Afganistan nella grande sala dell’Assemblea Generale? Per ora, i rappresentanti dell’Emirato Islamico non hanno fatta la regolare richiesta di accredito al comitato che approva le credenziali. Gia’ in passato, nel 1996, una richiesta di credenziali da parte del nuovo governo talebano era stata rifiutata dalla commissione e a sedersi in sala era rimasto il rappresentante del vecchio governo di Rabbani. Ora, se la richiesta di credenziali non sara’ presentata o sara’ rifiutata potrebbe succedere di nuovo.

E mentre al Palazzo di Vetro continuera’ a presentarsi il rappresentante di Ashraf Ghani, per quel dialogo che Guterres chiede con forza tutti i paesi membri dovranno rivolgersi direttamente a Kabul.

Anche sul Corriere del Ticino

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